Talento e successo

Sei capace di riconoscere i tuoi talenti? Pensi di meritare i tuoi successi, o di averli ottenuti solo perché hai avuto fortuna?

Esistono persone che non riescono ad attribuirsi i meriti di ciò che riescono a raggiungere.

Non si sentono “abbastanza bravi”, minimizzano i propri successi, e si convincono di averli ottenuti per pura casualità.

Arrivano a rifiutare riconoscimenti e attestazioni di stima, certi di non meritarli, e rifiutano di ammettere le proprie competenze, anche se riconosciute ampiamente dal resto del mondo.

La sindrome dell’impostore

Le psicologhe Pauline Rose Clance e Suzanne Imes nel 1978 studiando questo atteggiamento riscontrato in molte donne di successo, lo classificarono come: “Sindrome dell’impostore” (The imposter phenomenon in high achieving women: Dynamics and therapeutic intervencion, Psychotherapy Theory, Research and Practice Volume 15, #3, Fall 1978). Studi successivi evidenziano che gli uomini non sono immuni alla “sindrome dell’impostore”.

Il cervello: il nostro optional più prezioso

Un esercizio utile per riconoscere i tuoi talenti e accettare di meritare i tuoi successi è quello di “vederti da fuori”, attraverso “visualizzazioni in stato dissociato”.

Possiedi una dotazione di serie potente, il tuo cervello, che tra le molte sue funzioni, ti permette di rivivere le esperienze passate, ma anche di immaginare quelle future.

Puoi scegliere di “rivedere” le tue esperienze passate in due modi:

  • stato dissociato: ti permette di vedere le esperienze da una diversa prospettiva, con maggiore distacco: è come se tu fossi seduto sulla poltrona di un cinema dove sullo schermo si proiettano le immagini delle tue azioni. Lo stato dissociato permette una visione critica dei tuoi comportamenti, offrendoti maggiore lucidità e possibilità di elaborare una visione strategica.
  • stato associato, ovvero in prima persona, da attore protagonista. In questa modalità la carica emotiva è maggiore, percepisci lo spazio tridimensionale, vedi, tocchi, ascolti, senti ogni sensazione come se la vivessi in diretta. In questo stato l’esperienza è viva e intensa a livello fisico: associarsi a un’immagine permette di concentrarsi efficacemente sulla risposta emotiva generata dall’esperienza.

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