Meno sovrastrutture, meno paura di dimostrare i propri sentimenti e piu’ tenerezza, più coraggio e sincerità nel chiedere e dare affetto.

Cosa ti allontana dalle altre persone? Cosa ti fa chiudere, smettere di comunicare i tuoi reali sentimenti e le tue emozioni sincere?

Come arrivi a tacere e sentirti solo anche se si vivi con qualcuno?

Cos’e’ che ti spinge a isolarti, a smettere di dialogare, a convincerti che: “tanto nessuno mi capisce”?

Cosa ti impedisce di dare e chiedere un piccolo/grande gesto affettuoso come una carezza o un abbraccio?

La sindrome di Brontolo

Conosco persone che si dimostrano e si dichiarano dure, forti, prive di fronzoli, repellenti alle smancerie, che considerano la tenerezza come una perdita di tempo, o peggio una debolezza da evitare tassativamente per non essere considerati fragili.

A volte arrivano a smettere di essere una persona e a “costruirsi un personaggio burbero, brontolone, collerico e cinico, e lo interpretano con maestria fino al punto di non ricordare il loro vero io, quello che erano fuori dal palcoscenico, prima di iniziare a recitare.

La forza di una carezza

E’ sorprendente quanto una carezza o un abbraccio sappiano provocare sensazioni cosi forti da sgretolare anche il piu’ granitico dei personaggi.

La tenerezza accende emozioni così potenti che riscaldano in un attimo cuori apparentemente freddi come cubetti di ghiaccio, sciolgono in un secondo “magoni”  che sembravano indistricabili,  spingendo dagli occhi liberatorie lacrime di gioia.

Provare per credere

Nel coaching utilizzo abitualmente molti strumenti e tecniche per individuare valori e credenze, interpretare sensazioni, analizzare comportamenti, ma ciò che arriva a “stupire con effetti speciali” e’ riscoprire la clamorosa e dirompente forza della tenerezza.

Per riassaporarla basta smettere di avere paura di dare e chiedere affetto. Non ci credi? Prova subito!

Ikigai (生き甲斐)

è una parola giapponese che non si può tradurre letteralmente in italiano, né in altre lingue; esprime il concetto che definisce la propria ragione di vita, cio’ che ci spinge a svegliarci al mattino.

Trovare ciò che ci fa vibrare è molto importante; per la cultura giapponese è addirittura fondamentale perché porta alla più sublime delle forme di soddisfazione. Per riuscirci è necessario lavorare a fondo su se stessi, ma ne varra’ la pena.

Una scoperta illuminante

Da quando ho scoperto questa filosofia, ho iniziato a studiarla: me ne sono appassionata a tal punto da inserirla nei miei percorsi di coaching.

Come molti insegnamenti preziosi, anche questi concetti vanno affrontati con serietà e sforzi, che saranno ricompensati da enormi arricchimenti.

In poche parole devi impegnarti per individuare quali siano le tue passioni, ciò che ti fa davvero battere il cuore, che ti riempie di soddisfazione, cosa realmente ritieni sia la tua ragione di vita.

Sembra facile, vero? Mentre affronterai seriamente gli esercizi, ti sorprenderai scoprendo che non e’ cosi’ semplice, ma grazie alle domande giuste riuscirai a ottenere risultati sorprendenti.

Trasformare la tua passione in lavoro…sembra un sogno eh, e se così non fosse?

Appena capirai il tuo Ikigai potrai impegnarti per trasformarlo nel tuo prossimo lavoro.

Trasformando la tua passione in una fonte di reddito, non lavorerai un giorno nella tua vita: svolgendo quello che ti fa stare bene sarai in armonia con i tuoi valori e le giornate lavorative saranno decisamente piu’ leggere.

Nel mio libro “Non mollare, cambia!” scoprirai come ho fatto io, e troverai esercizi e strumenti per capire come riuscirci anche tu!

Leggi l’anteprima gratuita del libro!