Il mio libro finalmente pubblicato in Spagna.

Ciao a tutti!

Sono davvero felice di comunicare che il mio libro e’ disponibile in spagnolo! Da poco e’ stato pubblicato anche in Spagna, da Ediciones Carena, che ringrazio per la fiducia dimostrata verso di me e il mio lavoro!

Presto iniziero’ a presentarlo: martedi’ prossimo 3 ottobre dalle ore 11.00  saro’ ospite della trasmissione “Del Jable al Malpey” a Radio Sintonia Fuerteventura.

Vi informero’ di ogni novita’, e spero mi accompagnerete in questa mia nuova avventura.

Grazie per l’attenzione e come sempre un forte abbraccio da Fuerteventura.

 

Laura

Mi domando se il cervello tanto sofisticato dell’uomo riuscira’ a trovare la maniera di godere di Lobos, senza tentare in ogni modo di distruggerla.

ISOLA DI LOBOS, UN PARADISO DA PROTEGGERE

 

Tra Lanzarote e Fuerteventura si trova un piccolo isolotto chiamato Lobos, la cui sinuosa silhuette esercita un fascino magnetico.

La sua natura vulcanica si mostra evidente, soprattutto guardando la Montaña de la Caldera, situata sulla punta nord ovest di Lobos, alta poco piu’ di 100 metri: vale la pena ascenderla, accompagnati da una guida come previsto dalla normativa, perche’ dalla sua vetta si gode un panorama imperdibile.

Viste dalla cima, Lanzarote e Fuerteventura, offrono uno spettacolo mozzafiato, davvero indimenticabile, e le dune del Parco Naturale di Corralejo si mostrano in tutto il loro splendore.

Percorrere a piedi il sentiero costiero che gira attorno all’isola e’ davvero una esperienza da provare: partendo da sud, ovvero dal Puertito, piccolo insediamento di pescatori dove si trova l’unico ristorantino dell’isola, si passa attraverso piccole lagune di acqua salmastra dove piante eroiche scelgono di prosperare.

Poi si raggiunge il Faro, nella punta nord est, camminando in mezzo a rocce vulcaniche scure, diventate l’habitat naturale per molti tipi di uccelli marini.

Si puo’ tornare indietro passando attraverso il paesaggio lunare offerto dal sentiero piu’ interno. Dopo l’ascensione a La Caldera e’ davvero rigenerante fare un bagno ne la Playa de la Concha (o La Caleta), una mezzaluna di sabbia bianca e fine, con acque trasparenti e calme che invitano a un tuffo.

 

IL PRIMO SFRUTTAMENTO HA RADICI ANTICHE

 

Gli archeologi hanno provato che gia’ in Epoca Romana a Lobos si estraeva la porporina con la quale decorare vesti e acconciature di nobili e patrizi (sulla Playa de La Concha sono presenti resti che lo testimoniano).

 

Lobos deve il suo nome ai molti leoni marini (qui chiamati “lupi marini”, lupo in spagnolo si dice lobo) che anticamente popolavano questo piccolo angolo di paradiso, e che sono stati totalmente sterminati dai conquistadores spagnoli durante i loro viaggi da e per le Americhe in epoca colombiana: si cibavano della loro carne, con la loro pelle fabbricavano scarpe e cinture, e ne utilizzavano il grasso.

 

IL GRAVE PERICOLO DELLA MASSIFICAZIONE TURISTICA

 

Lobos e’ raggiungibile sia in traghetti di linea che portano all’imbarcadero, sia water taxi, gommoni ad alta velocita’ che entrano direttamente nel Puertito.

Il boom di turisti che stanno letteralmente invadendo l’isola ha mostrato quanto l’avidita’ dell’uomo possa mettere a rischio un paradiso indifeso come Lobos.

L’isolotto e’ da tempo stato dichiarato un Parco Naturale Protetto, Reserva Natural de la Biosfera, normato da regole che fissano a 200 persone al massimo l’affluenza diaria sull’isola e il divieto di camminare fuori dai sentieri.

La stampa locale ha evidenziato che dalla primavera del 2017 l’aumento di domanda turistica verso Lobos porta oltre 2000 visitatori al giorno sull’isolotto.

Le conseguenze di questa invasione sono preoccupanti: a Lobos non ci sono bagni pubblici, ne’ sistemi di trattamento di acque reflue, ne’ servizi in grado di delimitare e proteggere i danni ambientali provocati da migliaia di persone che vanno e vengono ogni giorno.

I water taxi caricano e scaricano centinaia di turisti e  – entrando e uscendo dal Puertito –  schivano miracolosamente i bagnanti che fanno snorkeling, con gli evidenti rischi che questo comporta.

Le Istituzioni locali iniziano a dibattere in questi giorni in merito: mi auguro che si punti al rispetto di questo spazio, e non solo al suo sfruttamento, che l’uomo riserva a questo paradiso gia’ dall’antichita’.

 

CHISSA’ COSA PENSANO I DELFINI: SANNO LA STORIA DEI LEONI MARINI A LOBOS?

 

Il regalo piu’ bello che mi si possa fare e’ di portarmi al largo tra Lanzarote e Lobos a vedere i delfini: le emozioni che questi animali mi regalano sono difficili da raccontare.

Penso spesso a quanto questa invasione di orde in infradito possa distruggere il loro habitat, minacciarli a tal punto di convincerli a fuggire, o peggio a sterminarli, come gia’ accaduto per i leoni marini.

 

So perfettamente che il turismo e’ una manna per queste isole: offre posti di lavoro e permette a molte persone di vivere esperienze indimenticabili visitando i paradisi naturali che abbiamo qui.

 

Solo mi domando se il cervello tanto sofisticato dell’uomo riuscira’ a trovare la maniera di godere di Lobos, senza tentare in ogni modo di distruggerla.

Tra l’avere ragione e l’essere felice, scelgo di essere felice.

Quante amicizie, quanti matrimoni, quante famiglie si sono estinte a causa della volonta’ di avere sempre ragione?

Quante discussioni si animano fino a degenerare in liti perche’ le parti in causa non possono prescindere dall’aver ragione, dall’ “aver l’ultima parola” e dal voler convincere a tutti i costi che quello che dicono e’ la sola e unica verita’ assoluta.

Quante persone sono disposte a formulare “profezie autodistruttive” e a gioire quando queste si realizzano per poter dire: “visto, avevo ragione, lo avevo detto che sarebbe andata male!”

TRA L’AVERE RAGIONE O L’ESSERE FELICE, SCELGO DI ESSERE FELICE.

Per troppi anni ho insistito, argomentato, filosofeggiato, trasceso, esagerato nei modi e nei toni perche’ ero spinta dal furioso impeto di avere ragione, e di ottenerla plenariamente.

Troppe volte queste mie “performance” mi hanno portato a innervosirmi, ad abbandonarmi all’ottusa testardaggine e magari a “spararle grosse” in alcune discussioni, rischiando di perdere amici.

I BENEFICI EFFETTI DELLA CURIOSITA’

Ho imparato che mi basta ascoltare di piu’ e parlare di meno per imparare, e ho scoperto che chiunque puo’ insegnarmi cose nuove.

Ho capito che farmi domande, sollevare dubbi, coltivare la curiosita’ e’ il mio segreto per continuare a migliorare come persona.

Ora diffido di chi ha gia’ tutte le risposte, di chi e’ sicuro di tutto, di chi non ha voglia di scoprire cose nuove, anzi si chiude nelle solite abitudini.

Ho paura di chi ha solo certezze, di chi e’ statuario nelle proprie convinzioni, chi non e’ disposto a scendere a compromessi.

E mi affascina chi si pone domande, chi si mette in gioco, chi cerca nuove strade, chi e’ disposto a scoprire altri modi di fare le “solite cose”.

Mi sento a mio agio con chi coltiva il dubbio, chi esplora e da’ valore ai punti di vista differenti, chi si mette nei panni degli altri.

Passo volentieri il mio tempo con chi sa stupirsi degli altrui argomenti, senza volerli a tutti costi smontare o sminuire.

Ho una sola certezza: per essere felici e’ necessario ascoltare il piu’ possibile, coltivare la curiosita’, continuare a imparare, fare tante domande, e – soprattutto – non voler avere sempre ragione.

Ma quando piove, Genova sa anche fare Paura, e chi la conosce lo sa bene.

Genova sa essere generosa in modo assoluto e commovente.

Anche d’inverno, la mia terra sa offrire cieli azzurri che si confondono con i mille diversi turchesi del mare, ed esaltano il verde delle colline che la incorniciano.

Spesso ci si puo’ sdraiare sulla spiaggia in maniche corte anche nei mesi piu’ freddi dell’anno, godendo di giornate limpide e clima mite.

Ma quando piove, Genova sa anche fare #paura, e chi la conosce lo sa bene.

Se vuole, il cielo sa riempirsi velocemente di nuvoloni neri, minacciosi e cupi.

Poi arrivano tuoni fortissimi, che fanno vibrare i vetri delle finestre, impazzire allarmi di auto e case, che non smettono di suonare e sembrano sirene che avvisano di un bombardamento imminente.

E poi ci sono i fulmini, migliaia di saette nel cielo, che illuminano a giorno anche le serate piu’ buie, e squarciano il mare con le loro traiettorie infuocate.

E infine appare l’acqua: tonnellate di pioggia che sembra sparata da folli quanto giganteschi idranti.

Acqua che in pochi minuti purtroppo decide di cancellare vite, e allagare scantinati, tunnel, case, negozi distruggendo quello che e’ stato costruito spesso senza criterio.

Acqua invincibile, inarrestabile che esonda da tombini, da letti di fiumi inadeguati a contenerla.

Acqua che non ha pieta’, che non ha scrupoli, che si unisce al vento per aumentare la sua rabbia potente, e dimostrare la sua forza indiscutibile.

Non si puo’ prevedere esattamente quello che succedera’ a Genova quando inizia a piovere forte.

Le autorita’ diffondono gli “allerta meteo” gialli, arancioni, o rossi, e mettono in moto le procedure di emergenza, ma sanno bene che, all’arrivo di ogni perturbazione, Genova li costringera’ a fronteggiare qualcosa di inedito.

I liguri sanno che dopo ogni tempesta non ci sara’ spazio per #mugugnare e basta: gli #angelidelfango si rimboccheranno come sempre le maniche, e si lavorera’ duro per ripulire questa terra tanto bella e generosa, quanto pericolosa.

L’allerta meteo di ieri e’ passata senza accanirsi sulla mia citta’: stavolta il cielo ha deciso far esplodere le pericolose bombe d’acqua in mare aperto, e purtroppo in Toscana.

Questa volta Livorno piange, e piangiamo anche noi liguri, perche’ sappiamo cosa si prova quando l’acqua travolge vite umane.

Amo questa citta’ e la sua gente, e ne porto un pezzo dentro di me ovunque io vada.

La mia citta’ esercita su di me un fascino potente.

Vivo lontana da #zena da molti anni, eppure lei continua a stregarmi, ad ammaliarmi ogni volta che torno a farle visita.

Amo i suoi colori, le sue contraddizioni, la sua superbia, l’ostentato sfarzo di #viagaribaldi contrapposto alla perversione visibile a solo pochi metri, e ormai iconizzata, di #viadellaMaddalena.

Dai suoi punti panoramici si apprezza la tenacia, e solo si puo’ intuire la fatica di chi ha costruito questa citta’, rubando faticosamente e testardamente al mare metri quadrati dove edificare, non sempre con criterio.

Le sue strade ripide, cosiddette “creuze”, che impongono a chi deve percorrerle ogni giorno di mantenersi in forma.

Il mare, omnipresente nella vita dei genovesi: anche chi non lo vede dalla finestra o non deve per forza costeggiarlo per andare al lavoro, e’ comunque obbligato a respirarne l’odore, a sentirselo addosso – perche’ s’impregna sui panni stesi – o a percepirne l’umida carezza sugli oggetti.

#FUGASSA, #PESTO, DIFFIDENZA CHE SI TRASFORMA IN LEALTA’

Amo la sua ritrosia, geneticamente tramandata ai sui abitanti: quella sorta di menefreghismo, di strafottenza, di avarizia, di cinismo palesati verso gli stranieri, ovvero i “furesti”; sentimenti e atteggiamenti che si trasformano in breve tempo in amicizia senza fine, lealta’ assoluta, capacita’ di compromettersi, generosita’ incalcolabili e senso dell’umorismo imbattibile nei confronti di chi sa come permeare la dura corazza di un genovese.

E come resistere alla sua cucina, nata da ingredienti poveri e leggeri, ma cosi’ saporita da sorprendere palati fini di tutto il mondo.

MUGUGNO E CORAGGIO

Chi e’ di Genova sa mugugnare, lamentarsi, “far cadere le cose dall’alto”; e sa riconoscere la ruffianaggine, mettersi alla prova, mollare tutto per sfidare mari e orizzonti sconosciuti e  scoprire nuovi mondi, e’ capace di rimboccarsi le mani, lavorare sodo senza perdere tempo, sopportare la fatica, dare peso alla vera amicizia, condividere gioie e intere fortune con chi se lo merita.

Ora che la osservo da lontano, Genova mi sembra sempre piu’ bella, anche se via via piu’ decadente, non sempre generosa verso i suoi abitanti e nei confronti dei suoi tanti figli sparsi per il mondo.

#ZENEIZE INSIDE

Amo questa citta’ e la sua gente in modo assoluto, e ne porto un pezzo dentro di me ovunque io vada: riconosco molte sue caratteristiche in me, e questo mi piace, mi rende profondamente orgogliosa di essere genovese.