Un mondo accogliente e pacifico, brulicante di vita.

Per oltre 40 anni ho vissuto in città medio grandi, dove il cemento è preponderante.

Certo, abbiamo il verde dei parchi, i più fortunati anche il blu del mare, ma il colore che predomina è grigio.

A Fuerteventura il grigio non esiste.

Esistono sfumature infinite di giallo, rosso, arancione, ocra, azzurro, verde, bianco, blu. Ma niente grigio.

NUOVI OCCHI

Per questo ho dovuto insegnare ai miei occhi a vedere di nuovo. Un po’ come un neonato, al quale ogni giorno migliora impercettibilmente la vista.

E’ strano, ma all’inizio non riuscivo a decifrare e decodificare le inesauribili tonalità differenti dei colori del deserto.

Mi sembrava tutto uguale, o comunque molto simile. Non ero capace di guardarlo con attenzione.

Ora so distinguere le numerose quanto impercettibili differenze cromatiche persino su di un singolo sasso.

QUANTA VITA NEL DESERTO

Prima di vivere qui, immaginavo il deserto come un ambiente inospitale, inadatto alla vita e pericoloso.

Un luogo buono solo per fare foto, o dove svolgere escursioni guidate per movimentare vacanze in villaggi turistici, magari con rapide gite in cammello o cene in una (finta) tenda beduina.

Il deserto che c’è qui è tutt’altro.

E’ una dimensione d’incantevole bellezza. Un mondo accogliente e pacifico, brulicante di vita.

C’è più vita in questo deserto che in interi quartieri cittadini. Basta saperla interpretare.

Ci sono creature che hanno una voglia di vivere infinita, dotate di tale flessibilità da adattarsi perfettamente a questo clima arido.

OGNI GOCCIA È PREZIOSA

L’escursione termica propria degli ambienti desertici offre risicate quantità d’acqua, sufficienti ad arbusti e piante semigrasse per proliferare.

Capolavori del regno vegetale, capaci di fiorire, offrendo in alcuni mesi dell’anno panorami quasi campestri.

Non importa quanta sabbia il vento depositi loro addosso: la loro voglia di vivere trova sempre il modo di disseppellirsi ed emergere.

Le rare piogge innescano il miracolo della vita, che si manifesta potente e rapido: nascono, germogliano e fioriscono in pochissimo tempo piante, capaci di imporsi un ciclo accelerato per godere dell’effimera abbondanza d’acqua.

Le osservo con tenerezza e ammirazione.

E un po’ le invidio, perché sanno sfruttare a pieno ciò che gli viene offerto, senza sensi di colpa o complessi.

Sanno quello che è meglio per loro, e non hanno bisogno di consigli o libretti d’istruzioni. Vanno avanti per la loro strada, noncuranti di chi le guarda o le giudica.

In tutto ciò, l’uomo stride. La sua presenza è inutile o peggio dannosa, soprattutto se non è capace di commuoversi contemplando e comprendendo la purezza e la perfezione della natura, e tutta la vita che brulica nel deserto.

Fuerteventura non ha vie di mezzo. O la ami e non puoi fare a meno di lei, o la detesti e non vorrai tornarci.

Fuerteventura non si è dovuta impegnare a corteggiarmi: le sono bastati 6 giorni tra novembre e dicembre, alcuni anche nuvolosi e decisamente ventosi, per farmi innamorare perdutamente di lei.

E non parlo di un’infatuazione passeggera; di quest’isola mi sono innamorata in modo maturo, consapevole e travolgente.

Mi ha stregata con la sua indifferenza, la sicurezza in sé stessa, il fatto che non sia ruffiana, che non faccia la svenevole con il turismo di massa.

La amo per la sua capacità di stupirmi con paesaggi diversi e bellissimi, e per la sua tenerezza quando decide di offrirsi a me in giornate limpide e piene di luce.

AMORE INCONDIZIONATO

Già dal primo giorno ho capito che per amarla devo accettarla così com’è, anche quando si sveglia di malumore e mi butta in faccia il suo vento (che mi impedisce di aprire la portiera dell’auto), o le sue onde alte e le sue correnti (che mi sfidano mentre nuoto), o la sua sabbia che mi si infila ovunque e a volte non riesco a togliere neanche sotto la doccia.

Il paradosso è che queste sue “bizze” da primadonna la rendono ancora più attraente ai miei occhi.

AMORE PER POCHI

Mi è stato detto da molti:

“Fuerteventura non ha vie di mezzo. O la ami e non puoi fare a meno di lei, o la detesti e non vorrai tornarci.”

Sono pienamente d’accordo: non è un’isola per tutti.

Chi si aspetta stabilimenti balneari con ombrelloni infiniti e bar aperti 24 ore su 24, dove animatori ti spingono a fare acquagym, chi vuole stendersi su lettini che massaggiano, mangiando pastasciutte, sorseggiando cocktails e ballando giorno e notte, non sarà a suo agio a Fuerteventura.

Chi detesta sabbia e vento, chi si lamenta se le spiagge non sono attrezzate, chi vuole fare shopping in centri commerciali infiniti, chi non vuole uscire dal villaggio turistico, non gradirà quest’isola e probabilmente non ci tornerà.

Al contrario gli amanti dello sport, della natura, le persone capaci di apprezzare panorami mozzafiato dalla struggente bellezza, spiagge dove praticare infinite attività sportive, i curiosi disposti a provare saporiti cibi autoctoni a base di formaggio di capra, carne e pesce alla griglia, ameranno Fuerteventura a tal punto da tornarci molte volte.

GELOSIA

E come molti innamorati sono gelosa, direi visceralmente gelosa.

Arrivo ad arrabbiarmi quando sento persone che denigrano la mia amata, o le mancano di rispetto insudiciandola e inquinandola.

Non sopporto chi la umilia, la discredita la maltratta con atteggiamenti stupidi come gettare un mozzicone di sigaretta in spiaggia.

Soffro pensando a quante persone ogni giorno compiano questi sconsiderati gesti, le cui conseguenze negative molte volte sopravviveranno a chi li ha compiuti.

Confido nella forza della natura, nella sua pazienza, nella sua saggezza; so che sarà capace di sconfiggere, superare e perdonare l’inciviltà umana.

Dopotutto il pianeta terra ha già superato bombardamenti di meteoriti, tempeste solari, glaciazioni, eruzioni vulcaniche, tsunami, placche tettoniche in movimento; ha assistito all’estinzione di numerose specie animali, alcune anche apparentemente più forti e potenti degli esseri umani.

Diamole tempo, lei sa come e cosa fare per il suo bene.

Tratto da “Vivere in Ciabatte”.