Tutte le cose facili, all’inizio sembravano difficili.

Di fronte a un nuovo obiettivo, un nuovo desiderio, una nuova prova da affrontare, è facile avere paura; anzi, è naturale.

La paura consente a molte persone di non commettere errori clamorosi, ma priva altrettanti individui di vivere esperienze indimenticabili.

Paura di sognare

Esistono persone che hanno paura addirittura di sognare una propria differente esistenza: solo pensare e immaginare una diversa e nuova vita, provoca in loro una istantanea censura interna.

Trovare scuse per non cambiare una situazione che a parole si detesta, ma nei fatti si considera accettabile, è un meccanismo di “autodifesa”.

Anche se si dichiara apertamente di voler mollare tutto e ricominciare, l’istinto di sopravvivenza fornirà innumerevoli scuse per procrastinare, posporre o addirittura sabotare un cambiamento radicale.

La sfida è cambiare

Cambiare spaventa perché costringe a uscire da uno spazio nel quale ci si sente al sicuro: facendo le stesse cose, si sa perfettamente cosa ottenere, mentre mettendo in atto nuovi comportamenti, obbligatoriamente si produrranno risultati sconosciuti (almeno all’inizio).

Tutte le cose facili, all’inizio sembravano difficili.

Ed è proprio questo il bello.

Chi ben comincia…

BUONI PROPOSITI

Ogni giorno è buono per dare vita a nuovi sogni, a nuovi obiettivi, anche se per molti il giorno più adatto è il primo dell’anno.

Quanti buoni propositi, quante buone intenzioni, quanti progetti nascono e – magari -fanno il primo passo proprio durante la prima settimana del calendario.

Il primo passo a volte è il più difficile, il più pesante, il più temuto; ma ne occorrono molti altri, che forse si riveleranno ancor più duri.

IL CORAGGIO DI PERSEVERARE

Non è sufficiente iniziare, non basta partire.

Superare il fastidioso disagio che percepisco quando intraprendo un nuovo percorso e mi prefiggo un obiettivo, non è affatto il momento più difficile.

Ciò che più costa è perseverare, seguire il cammino anche quando qualcosa va storto, e magari mi costringe a riconsiderare la mia strategia.

FABBRICARE SCUSE

Facile è dare colpe agli altri, abbandonarsi al vittimismo, all’autocommiserazione, alla rassegnazione di essere incompresi, o sfortunati.

Imputare agli altri la comunicazione non efficace, non mettersi in gioco e non ascoltare è decisamente più semplice, consolatorio e quasi piacevole.

LAVORO DURO

Difficile è lavorare su me stessa, sforzarmi di vedermi da fuori, prendermi meno sul serio, capire cosa e come migliorare.

Costa fatica sviluppare il “pensiero critico”, ovvero quel potente strumento che consente di non considerarmi la sola e unica tenutaria della verità assoluta, ma – al contrario – rendermi conto che esistono innumerevoli altre verità, diverse e uniche come ognuno degli individui che le promuovono.

E’ difficile perché mi scontro con chi mi conosce meglio e da più tempo, chi sa quali sono i miei punti deboli, chi conosce gli interruttori occulti che scatenano i miei difetti e innescano le mie strategie di autosabotaggio: ovvero me stessa.

La forza di continuare in un cammino sconosciuto e di non cedere alla confortevole, rassicurante e familiare sensazione che si prova nel fare le stesse cose, dire le solite frasi, comportarsi come sempre, non è facile da trovare.

CERTEZZA DEL PROPRIO OBIETTIVO

L’energia che serve si genera facilmente quando sono davvero convinta, sicura di ciò che voglio ottenere; arrivare a questa certezza è il vero primo passo, la vera prima sfida.

Capire che persona voglio essere, individuare cosa realmente necessito, cosa mi fa stare bene, cosa sogno, cosa desidero nel mio futuro, come posso continuare a crescere e a migliorare: questo è il primo bisogno, il primo obiettivo. Vincere questa sfida è anche la formula segreta.

E’ la benzina del mio motore, ciò che alimenta inesauribilmente i miei sforzi, e se è il caso, mi aiuta a correggere la rotta.