Questi scenari sono i doni piu’ preziosi che si possano ricevere, e la natura me li regala ogni giorno, non solo a Natale.

Basta guardare in alto a Fuerteventura per accorgersi che ogni giorno il cielo offre uno spettacolo differente, in grado di mutare in ogni secondo.

Non riesco a descrivere a parole le infinite sfumature cromatiche e i giochi di chiaroscuro che compongono i cieli a Fuerteventura.

Certe mattine mi sveglio presto, cammino in spiaggia e assisto ad albe tanto emozionanti da sembrare un sogno.

Mentre sorge, il sole e’ capace di dipingere con colori difficilmente riproducibili dall’uomo: il cielo si tinge di infinte sfumature di rosa, azzurro, giallo, rosso, turchese.

E lo stesso succede al tramonto.

La vista ampia verso l’orizzonte, sgombra da edifici, fabbriche e strade, si apre davanti ai miei occhi mostrandomi perfetti giochi cromatici, in sublime armonia tra di loro.

Le nuvole sembrano le pennellate di un abile pittore, e creano sinuose forme nel cielo.

Mi sorprendo ed emoziono ogni mattina e sera per cio’ che vedo: queste sensazioni sono i veri e piu’ preziosi doni che si possano ricevere, e la natura me li regala ogni giorno, non solo a Natale o all’Epifania.

Una fotocamera non puo’ captare e riprodurre questa bellezza: sorrido quando vedo altri esseri umani che come me assistono a bocca aperta alle albe e ai tramonti piu’ belli del mondo e cercano di fotografarle, di immortalarle nel rullino dei loro cellulari.

Mi viene voglia di dire loro di non ossessionarsi nel cercare l’inquadratura perfetta, perdendosi la poesia di quello che vedono: basta aprire gli occhi e godersi il meraviglioso spettacolo, imprimendo le immagini nel proprio cervello, e lasciarsi avvolgere dalle emozioni autentiche e potenti che solo la natura e’ capace di offrire.

Barcelona e’ per me una vecchia e fidata amica alla quale fare visita ogni volta che posso.

Uno dei privilegi della mia condizione attuale e’ di non essere costretta ad adattare i miei viaggi ai giorni di ferie: ora posso spostarmi solo quando trovo voli economici e grazie alle molte compagnie low cost, posso volare spesso a Barcellona, citta’ che adoro quasi quanto la mia amata Genova.

In effetti un pochino si assomigliano: il mare regala loro scorci, paesaggi e odori che le rendono simili.

La mia piu’ grande fortuna e’ che a Barcellona posso contare su una famiglia sempre pronta ad ospitarmi con affetto e calore: Monica, Paco e la piccola Olivia mi riempiono il cuore di gioia ogni volta che busso alla porta.

Loro mi hanno regalato 6 anni fa il mio primo libro di Carlos Ruiz Zafón: da quel momento ho indiziato a scoprire Barcellona con gli occhi dei protagonisti delle sue storie, e non mi stanco di continuare a farlo.

E’ BELLO SENTIRSI A CASA

Conosco i segreti magici del Gotico, che rende ogni passo un viaggio nel passato, e mi abbandono al fascino del Born, dove la storia si armonizza perfettamente con le nuove tendenze, e ispira persino il futuro.

Sono di casa alla Boqueria, dove mi diverto a osservare i visi estasiati dei turisti alla vista di leccornie mai neppure da loro sognate.

Non mi perdo lo sfarzo di Passeig da Gràcia, con la sublime magia delle opere di Gaudì, capace di ispirarsi alla natura e a ogni forma e colore offertogli da foglie, fiori, animali per creare capolavori senza tempo.

Passeggiare da Poblenou fino alla Barceloneta mi mostra l’anima sportiva di questa metropoli: adoro camminare fino alla statua del mio concittadino Colombo, che mi invita a scoprire, come lui,  nuovi mondi.

A volte salgo su per la Rambla in cerca di mimi; altre passeggio nel Parco de la Ciudadela; oppure decido di ammirare la vista mozzafiato mentre si salgo con la teleferica fino al villaggio olimpico. E poi riscopro Montjïic, rivivendo ogni volta l’esposizione Universale del 1929.

Entro nella casa dell’architetto Ludwig Mies van der Rohe,: mi basta guardarla per capire perche’ sia ancora oggi fonte d’ispirazione di designer affermati.

Poi corro al Parc Güell, e gironzolo sui sentieri per immergermi nel genio di Gaudì, che come sempre mi crea dipendenza, e mi costringe a ritornare per l’ennesima volta a casa Battlo’, a la Pedrera, ora anche Casa Vicens e ovviamente la Sagrada Familia.

Come rinunciare a un giretto al Tibidabo?

O ad assistere a un’opera al Palau de la Música?

O a immergermi nella movida serale de l’Eixemple, o magari di Gracia?

Barcellona e’ piu’ forte di ogni qualunque fatto di cronaca, e sa rimboccarsi le mani e ricominciare.

Barcelona e’ per me una vecchia e fidata amica alla quale fare visita ogni volta che posso.

E’ un luogo dove mi sento sicura: la necessito quando ho bisogno di rituffarmi per qualche giorno nella caotica frenesia di una metropoli multiculturale e approfittare delle sue mostre, dei suoi tanti eventi .

Da lei torno ogni anno per continuare i miei studi, e ora anche per presentare il mio libro in versione spagnola.

Lei mi accoglie, mi coccola, mi regala il suo sapere, e non si offende quando non vedo l’ora di lasciarla per tornare sull’isola che mi ha rubato il cuore.

Correre facendo volare un aquilone, lottando contro un forte vento, mi aiuta a prendermi meno sul serio e a tornare bambina.

Centinaia di professionisti e amanti degli aquiloni dal 1987 si riuniscono in novembre alla Playa del Burro di Fuerteventura, dove dune di sabbia bianchissima incontrano il mare dalle infinite sfumature di azzurro.

Anche quest’anno il cielo si e’ riempito di variopinte e fantasiose vele capaci di danzare sospinte dal vento, regalando scenari sorprendenti.

Dal 9 al 12 novembre abbiamo potuto ammirare la festante moltitudine di aquiloni,capaci di accrescere il gia’ notevole fascino di questa spiaggia, situata nel Parco Naturale delle Dune di Corralejo.

 

In volo da 30 anni

Il festival e’ ormai giunto alla sua trentesima edizione: la sua risonanza e’ aumentata a tal punto da trasformarlo in un evento internazionale, al quale partecipano appassionati di aquiloni provenienti dal mondo intero.

Per tutta la durata dell’evento e’ stato possibile assistere al volo di aquiloni di diverse tipologie, forme e colori solcare il cielo azzurro di Fuerteventura.

La manifestazione ha regalato spettacoli con aquiloni classici e statici, oltre al tradizionale combattimento tra aquiloni Rokkakus.

Ogni anno l’evento si svolge nell’arco del fine settimana per permettere a turisti e abitanti del luogo di godere del ricco programma del festival, che include un laboratorio di volo di aquiloni destinato ai piu’ piccoli e una suggestiva esibizione notturna.

 

Tornare bambini

Far volare un aquilone e’ per me un modo divertente e istruttivo di passare il tempo, soprattutto se l’alternativa e’ sdraiarsi sul divano con un tablet in mano.

E questo vale per grandi e piccini: correre all’aria aperta, giocando con un semplice aquilone, magari lottando contro un forte vento, e’ per me un antidoto alla noia, alla pigrizia e all’indolenza. Ma soprattutto e’ una fabbrica di immagini e sensazioni gioiose, risate e sorrisi che immagazzino nel mio cervello, pronte a tornarmi in mente quando ho bisogno di ho bisogno di prendermi meno sul serio e di tornare bambina.

Non riesco piu’ a fare finta di niente, a girarmi dall’altra parte quando vedo rifiuti abbandonati.

Tempo fa, passeggiando sulla spiaggia del #parconaturaledelledunedicorralejo, ho visto un uomo che, dopo essersi fumato una sigaretta, ha gettato il mozzicone in mare, come se fosse la cosa piu’ naturale del mondo.

Gli ho chiesto per favore di raccoglierla e di gettarla nella pattumiera, o di comprarsi un portacenere tascabile. Lui mi ha risposto di farmi i cavoli miei (in realta’ egli ha usato termini decisamente offensivi).

Mi domando: “come puo’ una persona compiere un gesto cosi’ barbaro?”

Cosa spinge un individuo a insudiciare e profanare un luogo tanto meraviglioso, a dimostrare cosi’ poco rispetto per la natura?” 

Come si riesce a commettere un atto tanto insensato, rimanendo privi di rimorso o vergogna? E per di piu’ insultando chi fa notare la sua incivilta’?” 

Il #nationalgeografic sosteneva gia’ nel 2015 che “dal punto di vista numerico i mozziconi di sigaretta sono il rifiuto singolo piu’ abbondante sulla terra. Su scala globale ogni giorno ne vengono dispersi nell’ambiente piu’ di 10 miliardi. Basta un solo mozzicone per contaminare 3 litri di acqua del mare: il filtro e’ intriso di sostanze tossiche, le quali impiegano dai 5 ai 20 anni a essere smaltite dal mare in forma naturale”.

Sembra che esistano anche mozziconi biodegradabili: questo non sdogana e rende tollerabile il gesto di gettarli in mare o al suolo.

NO MAS COLILLAS EN EL SUELO!

Mi piace ricordare un’ organizzazione spagnola che si chiama “NO MAS COLILLAS EN EL SUELO“, che ha quasi 16.000 iscritti sulla sua pagina Facebook, e che pone in essere iniziative che condivido.

Una di esse e’ impegnare decine di volontari per raccogliere mozziconi di sigarette per un giorno intero sulla spiaggia de La Barceloneta, a Barcellona.

In sole 8 ore raccolgono piu’ di 20.000 mozziconi: con essi riempiono 8 fusti trasparenti da 5 litri che depositano all’entrata della spiaggia.

Vedere questi contenitori pieni di mozziconi e’ disgustosamente impattante: l’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione, mostrando quanto sia ripugnante un ammasso di mozziconi, sperando di convincere ogni singolo fumatore che ha la responsabilita’ delle sue sigarette, e che basta poco per evitare gesti incivili e gravi danni all’ambiente.

LA SIGNORA PAOLA

Ho letto di una signora che raccoglie i mozziconi che insudiciano la stupenda spiaggia della Baia dei Saraceni di Varigotti. Ne ha parlato il secolo XIX in questo articolo il 31 luglio scorso.

La Signora Paola mi ha fatto riflettere: non riesco piu’ a fare finta di niente, a pensare che non e’ colpa mia, a girarmi dall’altra parte quando vedo rifiuti abbandonati.

E mi ha ispirata: ora vado in spiaggia munita di guanti e contenitore per raccogliere mozziconi e altre schifezze lasciate da “Principi delle maree”.

 

Un libro è qualcosa di più di un mucchio di carta appiccicato a una copertina: è il mio passaporto per viaggiare in ogni mondo, reale o inventato.

Un libro e’ l’amico ideale: sa farti compagnia con discrezione, e ti regala emozioni e conoscenza senza chiedere nulla in cambio.

Sono immensamente grata a molti scrittori che, grazie al loro talento, sanno trasportarmi in mondi sconosciuti, anche se rimango seduta sul divano.

Ho passeggiato con Zafón per le vie di un’umida Barcellona per centinaia di volte, ho visto da vicino le creature marine create da Schätzing ne “Il quinto giorno”, e sono stata con lui sulla luna e a Colonia, ho passato ore e ore con Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander, affrontando il freddo di Stoccolma, grazie a Stieg Larsson nella sua Trilogia, ho riso alle battute di Zia Mame di Patrick Dennis, della quale avrei tanto voluto esser la nipote.

E potrei continuare per ore a elencare titoli e autori.

Leggere è il mio passaporto per viaggiare in ogni mondo, reale o inventato.


Per me un libro è qualcosa di più di un mucchio di carta appiccicato a una copertina: è un tesoro da scoprire, un regalo da scartare, un risveglio dei sensi, un professore privato, un amico che mi svela segreti inconfessabili e sa rispettare i miei, un vecchio saggio con le risposte ai miei quesiti.

Il mio libro finalmente pubblicato in Spagna.

Ciao a tutti!

Sono davvero felice di comunicare che il mio libro e’ disponibile in spagnolo! Da poco e’ stato pubblicato anche in Spagna, da Ediciones Carena, che ringrazio per la fiducia dimostrata verso di me e il mio lavoro!

Presto iniziero’ a presentarlo: martedi’ prossimo 3 ottobre dalle ore 11.00  saro’ ospite della trasmissione “Del Jable al Malpey” a Radio Sintonia Fuerteventura.

Vi informero’ di ogni novita’, e spero mi accompagnerete in questa mia nuova avventura.

Grazie per l’attenzione e come sempre un forte abbraccio da Fuerteventura.

 

Laura

Mi domando se il cervello tanto sofisticato dell’uomo riuscira’ a trovare la maniera di godere di Lobos, senza tentare in ogni modo di distruggerla.

ISOLA DI LOBOS, UN PARADISO DA PROTEGGERE

 

Tra Lanzarote e Fuerteventura si trova un piccolo isolotto chiamato Lobos, la cui sinuosa silhuette esercita un fascino magnetico.

La sua natura vulcanica si mostra evidente, soprattutto guardando la Montaña de la Caldera, situata sulla punta nord ovest di Lobos, alta poco piu’ di 100 metri: vale la pena ascenderla, accompagnati da una guida come previsto dalla normativa, perche’ dalla sua vetta si gode un panorama imperdibile.

Viste dalla cima, Lanzarote e Fuerteventura, offrono uno spettacolo mozzafiato, davvero indimenticabile, e le dune del Parco Naturale di Corralejo si mostrano in tutto il loro splendore.

Percorrere a piedi il sentiero costiero che gira attorno all’isola e’ davvero una esperienza da provare: partendo da sud, ovvero dal Puertito, piccolo insediamento di pescatori dove si trova l’unico ristorantino dell’isola, si passa attraverso piccole lagune di acqua salmastra dove piante eroiche scelgono di prosperare.

Poi si raggiunge il Faro, nella punta nord est, camminando in mezzo a rocce vulcaniche scure, diventate l’habitat naturale per molti tipi di uccelli marini.

Si puo’ tornare indietro passando attraverso il paesaggio lunare offerto dal sentiero piu’ interno. Dopo l’ascensione a La Caldera e’ davvero rigenerante fare un bagno ne la Playa de la Concha (o La Caleta), una mezzaluna di sabbia bianca e fine, con acque trasparenti e calme che invitano a un tuffo.

 

IL PRIMO SFRUTTAMENTO HA RADICI ANTICHE

 

Gli archeologi hanno provato che gia’ in Epoca Romana a Lobos si estraeva la porporina con la quale decorare vesti e acconciature di nobili e patrizi (sulla Playa de La Concha sono presenti resti che lo testimoniano).

 

Lobos deve il suo nome ai molti leoni marini (qui chiamati “lupi marini”, lupo in spagnolo si dice lobo) che anticamente popolavano questo piccolo angolo di paradiso, e che sono stati totalmente sterminati dai conquistadores spagnoli durante i loro viaggi da e per le Americhe in epoca colombiana: si cibavano della loro carne, con la loro pelle fabbricavano scarpe e cinture, e ne utilizzavano il grasso.

 

IL GRAVE PERICOLO DELLA MASSIFICAZIONE TURISTICA

 

Lobos e’ raggiungibile sia in traghetti di linea che portano all’imbarcadero, sia water taxi, gommoni ad alta velocita’ che entrano direttamente nel Puertito.

Il boom di turisti che stanno letteralmente invadendo l’isola ha mostrato quanto l’avidita’ dell’uomo possa mettere a rischio un paradiso indifeso come Lobos.

L’isolotto e’ da tempo stato dichiarato un Parco Naturale Protetto, Reserva Natural de la Biosfera, normato da regole che fissano a 200 persone al massimo l’affluenza diaria sull’isola e il divieto di camminare fuori dai sentieri.

La stampa locale ha evidenziato che dalla primavera del 2017 l’aumento di domanda turistica verso Lobos porta oltre 2000 visitatori al giorno sull’isolotto.

Le conseguenze di questa invasione sono preoccupanti: a Lobos non ci sono bagni pubblici, ne’ sistemi di trattamento di acque reflue, ne’ servizi in grado di delimitare e proteggere i danni ambientali provocati da migliaia di persone che vanno e vengono ogni giorno.

I water taxi caricano e scaricano centinaia di turisti e  – entrando e uscendo dal Puertito –  schivano miracolosamente i bagnanti che fanno snorkeling, con gli evidenti rischi che questo comporta.

Le Istituzioni locali iniziano a dibattere in questi giorni in merito: mi auguro che si punti al rispetto di questo spazio, e non solo al suo sfruttamento, che l’uomo riserva a questo paradiso gia’ dall’antichita’.

 

CHISSA’ COSA PENSANO I DELFINI: SANNO LA STORIA DEI LEONI MARINI A LOBOS?

 

Il regalo piu’ bello che mi si possa fare e’ di portarmi al largo tra Lanzarote e Lobos a vedere i delfini: le emozioni che questi animali mi regalano sono difficili da raccontare.

Penso spesso a quanto questa invasione di orde in infradito possa distruggere il loro habitat, minacciarli a tal punto di convincerli a fuggire, o peggio a sterminarli, come gia’ accaduto per i leoni marini.

 

So perfettamente che il turismo e’ una manna per queste isole: offre posti di lavoro e permette a molte persone di vivere esperienze indimenticabili visitando i paradisi naturali che abbiamo qui.

 

Solo mi domando se il cervello tanto sofisticato dell’uomo riuscira’ a trovare la maniera di godere di Lobos, senza tentare in ogni modo di distruggerla.

Tra l’avere ragione e l’essere felice, scelgo di essere felice.

Quante amicizie, quanti matrimoni, quante famiglie si sono estinte a causa della volonta’ di avere sempre ragione?

Quante discussioni si animano fino a degenerare in liti perche’ le parti in causa non possono prescindere dall’aver ragione, dall’ “aver l’ultima parola” e dal voler convincere a tutti i costi che quello che dicono e’ la sola e unica verita’ assoluta.

Quante persone sono disposte a formulare “profezie autodistruttive” e a gioire quando queste si realizzano per poter dire: “visto, avevo ragione, lo avevo detto che sarebbe andata male!”

TRA L’AVERE RAGIONE O L’ESSERE FELICE, SCELGO DI ESSERE FELICE.

Per troppi anni ho insistito, argomentato, filosofeggiato, trasceso, esagerato nei modi e nei toni perche’ ero spinta dal furioso impeto di avere ragione, e di ottenerla plenariamente.

Troppe volte queste mie “performance” mi hanno portato a innervosirmi, ad abbandonarmi all’ottusa testardaggine e magari a “spararle grosse” in alcune discussioni, rischiando di perdere amici.

I BENEFICI EFFETTI DELLA CURIOSITA’

Ho imparato che mi basta ascoltare di piu’ e parlare di meno per imparare, e ho scoperto che chiunque puo’ insegnarmi cose nuove.

Ho capito che farmi domande, sollevare dubbi, coltivare la curiosita’ e’ il mio segreto per continuare a migliorare come persona.

Ora diffido di chi ha gia’ tutte le risposte, di chi e’ sicuro di tutto, di chi non ha voglia di scoprire cose nuove, anzi si chiude nelle solite abitudini.

Ho paura di chi ha solo certezze, di chi e’ statuario nelle proprie convinzioni, chi non e’ disposto a scendere a compromessi.

E mi affascina chi si pone domande, chi si mette in gioco, chi cerca nuove strade, chi e’ disposto a scoprire altri modi di fare le “solite cose”.

Mi sento a mio agio con chi coltiva il dubbio, chi esplora e da’ valore ai punti di vista differenti, chi si mette nei panni degli altri.

Passo volentieri il mio tempo con chi sa stupirsi degli altrui argomenti, senza volerli a tutti costi smontare o sminuire.

Ho una sola certezza: per essere felici e’ necessario ascoltare il piu’ possibile, coltivare la curiosita’, continuare a imparare, fare tante domande, e – soprattutto – non voler avere sempre ragione.

Ma quando piove, Genova sa anche fare Paura, e chi la conosce lo sa bene.

Genova sa essere generosa in modo assoluto e commovente.

Anche d’inverno, la mia terra sa offrire cieli azzurri che si confondono con i mille diversi turchesi del mare, ed esaltano il verde delle colline che la incorniciano.

Spesso ci si puo’ sdraiare sulla spiaggia in maniche corte anche nei mesi piu’ freddi dell’anno, godendo di giornate limpide e clima mite.

Ma quando piove, Genova sa anche fare #paura, e chi la conosce lo sa bene.

Se vuole, il cielo sa riempirsi velocemente di nuvoloni neri, minacciosi e cupi.

Poi arrivano tuoni fortissimi, che fanno vibrare i vetri delle finestre, impazzire allarmi di auto e case, che non smettono di suonare e sembrano sirene che avvisano di un bombardamento imminente.

E poi ci sono i fulmini, migliaia di saette nel cielo, che illuminano a giorno anche le serate piu’ buie, e squarciano il mare con le loro traiettorie infuocate.

E infine appare l’acqua: tonnellate di pioggia che sembra sparata da folli quanto giganteschi idranti.

Acqua che in pochi minuti purtroppo decide di cancellare vite, e allagare scantinati, tunnel, case, negozi distruggendo quello che e’ stato costruito spesso senza criterio.

Acqua invincibile, inarrestabile che esonda da tombini, da letti di fiumi inadeguati a contenerla.

Acqua che non ha pieta’, che non ha scrupoli, che si unisce al vento per aumentare la sua rabbia potente, e dimostrare la sua forza indiscutibile.

Non si puo’ prevedere esattamente quello che succedera’ a Genova quando inizia a piovere forte.

Le autorita’ diffondono gli “allerta meteo” gialli, arancioni, o rossi, e mettono in moto le procedure di emergenza, ma sanno bene che, all’arrivo di ogni perturbazione, Genova li costringera’ a fronteggiare qualcosa di inedito.

I liguri sanno che dopo ogni tempesta non ci sara’ spazio per #mugugnare e basta: gli #angelidelfango si rimboccheranno come sempre le maniche, e si lavorera’ duro per ripulire questa terra tanto bella e generosa, quanto pericolosa.

L’allerta meteo di ieri e’ passata senza accanirsi sulla mia citta’: stavolta il cielo ha deciso far esplodere le pericolose bombe d’acqua in mare aperto, e purtroppo in Toscana.

Questa volta Livorno piange, e piangiamo anche noi liguri, perche’ sappiamo cosa si prova quando l’acqua travolge vite umane.

Amo questa citta’ e la sua gente, e ne porto un pezzo dentro di me ovunque io vada.

La mia citta’ esercita su di me un fascino potente.

Vivo lontana da #zena da molti anni, eppure lei continua a stregarmi, ad ammaliarmi ogni volta che torno a farle visita.

Amo i suoi colori, le sue contraddizioni, la sua superbia, l’ostentato sfarzo di #viagaribaldi contrapposto alla perversione visibile a solo pochi metri, e ormai iconizzata, di #viadellaMaddalena.

Dai suoi punti panoramici si apprezza la tenacia, e solo si puo’ intuire la fatica di chi ha costruito questa citta’, rubando faticosamente e testardamente al mare metri quadrati dove edificare, non sempre con criterio.

Le sue strade ripide, cosiddette “creuze”, che impongono a chi deve percorrerle ogni giorno di mantenersi in forma.

Il mare, omnipresente nella vita dei genovesi: anche chi non lo vede dalla finestra o non deve per forza costeggiarlo per andare al lavoro, e’ comunque obbligato a respirarne l’odore, a sentirselo addosso – perche’ s’impregna sui panni stesi – o a percepirne l’umida carezza sugli oggetti.

#FUGASSA, #PESTO, DIFFIDENZA CHE SI TRASFORMA IN LEALTA’

Amo la sua ritrosia, geneticamente tramandata ai sui abitanti: quella sorta di menefreghismo, di strafottenza, di avarizia, di cinismo palesati verso gli stranieri, ovvero i “furesti”; sentimenti e atteggiamenti che si trasformano in breve tempo in amicizia senza fine, lealta’ assoluta, capacita’ di compromettersi, generosita’ incalcolabili e senso dell’umorismo imbattibile nei confronti di chi sa come permeare la dura corazza di un genovese.

E come resistere alla sua cucina, nata da ingredienti poveri e leggeri, ma cosi’ saporita da sorprendere palati fini di tutto il mondo.

MUGUGNO E CORAGGIO

Chi e’ di Genova sa mugugnare, lamentarsi, “far cadere le cose dall’alto”; e sa riconoscere la ruffianaggine, mettersi alla prova, mollare tutto per sfidare mari e orizzonti sconosciuti e  scoprire nuovi mondi, e’ capace di rimboccarsi le mani, lavorare sodo senza perdere tempo, sopportare la fatica, dare peso alla vera amicizia, condividere gioie e intere fortune con chi se lo merita.

Ora che la osservo da lontano, Genova mi sembra sempre piu’ bella, anche se via via piu’ decadente, non sempre generosa verso i suoi abitanti e nei confronti dei suoi tanti figli sparsi per il mondo.

#ZENEIZE INSIDE

Amo questa citta’ e la sua gente in modo assoluto, e ne porto un pezzo dentro di me ovunque io vada: riconosco molte sue caratteristiche in me, e questo mi piace, mi rende profondamente orgogliosa di essere genovese.