Integrarsi o lamentarsi?

Molti italiani trasferitisi alle Canarie passano ore nei supermercati alla ricerca di cibi italiani deliziosi, quali mozzarelle di bufala, pecorino toscano o romano, fontina della Valle d’Aosta, stracchino, burrata, scamorza affumicata, parmigiano invecchiato 24 mesi. Si stupiscono o addirittura indispettiscono di non trovarli.

W LA CAPRA!

Vivo a Fuerteventura, dove esiste un formaggio di capra talmente squisito da ottenere un importante riconoscimento da “Word Cheese Awards”, che lo ha anche selezionato tra i migliori formaggi di capra del mondo.

Anche il mio palato, meno prestigioso ma davvero esigente, può confermare quanto sia gustoso il “queso majorero” (con denominazione d’origine dal 1996) in ogni sua versione, dal fresco, semicurado o curado (a seconda della sua stagionatura).

Conosco caseifici dove andare a comprarlo direttamente, “appena fatto”…

CARBONARA A TUTTI I COSTI? NO GRAZIE

Ho imparato a cucinare nuovi e gustosi manicaretti utilizzando le delizie offerte dalla terra dove ho scelto di vivere, che sono davvero molti.

Anche se ogni tanto sento la mancanza delle citate prelibatezze italiane, non mi ostino a cercare qui dei surrogati dei capisaldi della cucina italiana. Mi riservo di gustare i cibi di casa nostra in occasione del prossimo viaggio in Italia.

INTEGRARSI O LAMENTARSI?

Per integrarmi davvero in questo luogo ho imparato ad apprezzare quello che ha da offrire, senza concentrarmi su quello che qui non posso trovare.

E questo non vale solo per il cibo.

La natura qui è un enorme museo a cielo aperto: offre spettacoli sempre diversi e emozionanti quanto opere teatrali, film da Oscar …ma solo a chi sa vederli.

Occorre saper guardare e apprezzare la perfetta semplicità, che qui è ovunque. E gratis.

Occorre essere in grado di assaporare questo luogo con la sensibilità e spensieratezza di un bambino.

Occorre concentrarsi su quello che si ha a disposizione, e non “fissarsi” su quello che manca. Occorre aprirsi al futuro e a questo luogo, non rinchiudersi nel passato e alle abitudini consolidate.

Ma tu che hai già letto C.V. Metodo per Cambiare Vita in modo intelligente, già lo sai!

VIAGGIARE… PER CAPIRE QUANTO HO VOGLIA DI RITORNARE

Quando il mio bisogno di conoscenza si fa forte, cerco un volo economico (verso la penisola iberica godo del 50% di sconto in qualità di residente canaria) e vado a visitare un posto nuovo, o una mostra in una città d’arte.

E poi torno qui, sempre più innamorata di quest’isola, della quale sento la mancanza già mentre vado all’aeroporto per partire, percorrendo la stupenda strada lungo il mare.

COMPRARE UN’AUTO USATA? O RE-IMMATRICOLARE L’AUTO CON TARGA ITALIANA? 

E’ necessario presentare documenti e certificazioni un po’ farraginose, che per uno straniero possono essere difficili da interpretare.

Appena trasferiti a Fuerteventura abbiamo sentito l’esigenza di avere un’auto.

La procedura di immatricolazione “spagnola” di un’auto con targa italiana è relativamente complicata: è una delle pochissime pratiche amministrative per la quale suggerisco di rivolgersi ad un professionista autoctono.

E’ necessario presentare documenti e certificazioni un po’ farraginose, che per uno straniero possono essere difficili da interpretare.

Va conservato il biglietto del traghetto con il quale si effettua la traversata per arrivare a Fuerteventura (è possibile imbarcarsi con  la linea marittima Armas da Huelva o Cadice, 2 città nel sud della Spagna, vedi post E ORA COME TRASLOCO?).

L’importo per ottenere la re-immatricolazione in Spagna del proprio veicolo varia in base al valore dell’auto. Confesso che non ho approfondito con il solito studio accurato questo aspetto perché abbiamo subito capito che la nostra Audi A3 Quattro non sarebbe stata il veicolo ideale per circolare nel deserto e sugli sterrati accidentati che spesso percorriamo per recarci nelle suggestive spiaggie dell’isola.

 

CI CONVENIVA ACQUISTARE UN AUTO USATA …MA COME SI FA?

Ancora abituata ai “macchinoni” che si vedono in Italia ero a dir poco perplessa mentre girovagavo in bicicletta e osservavo la grande quantità di auto vecchie, arrugginite, scricchiolanti, scrostate e rumorose che circolano per le strade del mio paesino.

Qui il sole e il sale bruciano carrozzerie, corrodono telai, ogni parte in ferro ed addirittura quelle in acciaio dei veicoli e biciclette.

Per questo il rischio di imbattermi in un privato “furbo” disposto a vendermi un catorcio al prezzo di una Bentley era alto.

Ero propensa a rivolgermi a uno dei diversi concessionari che acquistano dalle società di noleggio le auto usate, le revisionano e le rivendono a privati.

In realtà l’idea non mi entusiasmava perché spesso queste auto, la maggior parte utilitarie, vengono usate come Hummer dai turisti che le sottopongono a settimane di fuori strada nel deserto (un po’ lo avevo fatto anche io quando ero venuta la prima volta in vacanza).

 

ASCOLTARE TUTTI, MA FIDARSI DI POCHI

Per mia fortuna ho saputo che esiste un meccanico in paese, un signore del posto, competente e soprattutto onesto. Ho raccolto informazioni su di lui, chiedendo alle poche persone che allora conoscevo.

 

MITICA CLIO

Questo signore, ora diventato un punto di riferimento, mi ha venduto la “mitica Clio” (così l’abbiamo soprannominata mio marito ed io), 1,400 turbo diesel, fresca di revisione e con un anno di garanzia ad un prezzo (3.500 euro) sicuramente alto se si paragona a quello italiano, ma giusto se si rapporta al contesto dove vivo.

Il passaggio di proprietà non ha costo se si effettua direttamente al preposto ufficio di “Trafico”.  Nel mio caso ci ha pensato il meccanico.

Ho sfrecciato felice per più di due anni sulla mitica Clio, che non mi ha dato alcun problema. Anzi, nonostante i suoi 15 anni di vita e i suoi oltre 170.000 km, si è dimostrata più brillante, scattante e parca nei consumi rispetto alle diverse auto semi nuove noleggiate dagli amici che ci hanno fatto visita.

 

ASPETTARE IL COLPO DI FORTUNA

Un anno fa una conoscente ci ha proposto di acquistare a un prezzo molto interessante una Jeep della quale si voleva liberare in fretta, perché non la usava. Anche in questo caso si trattava di un veicolo di più di 10 anni, con oltre 160.000 km, ma in ottimo stato e fresca di revisione.

Abbiamo così deciso, un po’ malincuore, di vendere la mitica Clio: ci è bastato apporre sul vetro un cartello con la scritta “TE GUSTA?“ accompagnato dal nostro numero di telefono ed in pochi giorni abbiamo firmato il passaggio di proprietà con il nuovo proprietario, che ha scelto di effettuarlo presso un’agenzia di pratiche auto, pagando il costo relativo (circa 250 euro). Ricordo che all’ufficio di Trafico sarebbe costato molto meno.

 

PROFILO BASSO, OCCHI APERTI E CERVELLO IN AZIONE

Prima di acquistare un’auto usata, soprattutto da un privato, valgono le norme del buon senso vigenti nel resto del mondo. Ovvero:

– evitare di scegliere auto costose, dalle accattivanti parti cromate e luccicanti carrozzerie: meglio scegliere utilitarie dal basso consumo, preferibilmente a gasolio. Non importa se le stesse siano già un po’ scrostate…ripeto che sole e sale sono in grado di corrodere in poco tempo qualunque carrozzeria lasciata all’aria aperta.

– provare l’auto con un professionista, pagandogli il disturbo se necessario: questa piccola spesa può permettervi di risparmiare molto in caso vi imbattiate in un catorcio. Dato l’elevato rischio ruggine, suggerisco di controllare bene ciò che non si vede, soprattutto la parte inferiore del telaio, cosa possibile in modo ottimale mettendo l’auto sul ponte di un meccanico.

– controllare la regolarità delle revisioni obbligatorie: qui si chiama I.T.V., procedura molto simile a quelle italiana. Ormai effettuo l’I.T.V. con facilità ogni anno ed in perfetta autonomia.

controllare l’effettiva regolarità del pagamento delle imposte annue del veicolo (equiparabili al nostro bollo ma dal costo notevolmente inferiore): consiglio di effettuare un controllo direttamente presso il preposto ufficio dell’Ayuntamento (equiparabile al nostro Comune).

Appena terminate le opere nel nostro delizioso appartamentino è giunto il momento di metterlo in affitto; contemporaneamente si è minacciosamente materializzata la paura che gli inquilini lo distruggano.

Leggendo il post relativo alla ristrutturazione della casa avrete certamente capito la cura e l’amore che abbiamo dedicato al nostro progetto; solo pensare di affidare il nostro “caramelito” (come si dice qui) al primo che passa, magari pronto a distruggerlo, ci faceva inorridire.

 

VALUTARE CON CALMA LE ALTERNATIVE SECONDO LA VIGENTE NORMATIVA

 

Prima opzione: AFFITTO ANNUALE (LARGA TEMPORADA)

In questo caso si stipula un contratto di affitto semestrale o annuale, rinnovabile alla scadenza. L’importo dei canoni annui incassati deve essere inserito nella dichiarazione dei redditi ed ha un’aliquota di tassazione di circa il 20%.

E’ consigliabile registrare il contratto per tutelarsi in caso l’inquilino non paghi l’affitto ed essere legittimati ad eseguire le procedure di sfratto.

C’è chi sostiene che l’usura dell’appartamento aumenti in caso di affitto annuale; cucinare 3 pasti al giorno, effettuare lavatrici regolarmente e “vivere la casa” depauperi più rapidamente l’immobile.

 

Seconda opzione: AFFITTO SETTIMANALE (ALQUILER VACACIONAL)

In questo caso si deve presentare idonea richiesta presso l’ufficio del Turismo del Cabildo (ufficio provinciale del turismo), corredata da 3 certificati rilasciati dall’Ayuntamiento (Comune) che attestino che l’immobile sia ubicato in una zona dove è concesso l’alquiler vacacional, e abbia i fissati requisiti amministrativi e tecnici.

Alla richiesta è obbligatorio allegare anche l’iscrizione del proprietario all’apposito ente fiscale per certificare i futuri pagamenti delle imposte relative ai canoni percepiti (Alta en la actividad de alquiler vacacional).

I canoni incassati sono soggetti ad un IGIC (l’IVA) del 7% da dichiarare e pagare trimestralmente; è poi obbligatorio inserire l’importo totale dei canoni incassati nell’anno precedente nella dichiarazione dei redditi, dove sarà nuovamente tassato del 20%.

La doppia tassazione è applicata perché si presume che questa opzione di affitto sia molto più remunerativa della precedente.

C’è chi sostiene che con questa scelta l’immobile si conservi integro per più tempo: il turista in vacanza solitamente non cucina né consuma tutti i pasti in casa, anzi preferisce degustare le prelibatezze del luogo e godere il più possibile delle attività all’aria aperta.

 

LA TUA SERENITÀ’ OVVERO IL BENE PIÙ’ PREZIOSO: PENSA BENE E SCEGLI COSA TI FA STARE PIÙ’ TRANQUILLO

Chi possiede un immobile dove non è possibile l’alquiler vacacional secondo l’attuale normativa deve affittarlo a larga temporada, diversamente rischia salate sanzioni.

Al contrario chi possiede un immobile in una zona dove l’alquiler vacacional è permesso potrà scegliere quale opzione gli conviene di più.

Grazie all’anno di allenamento messo in pratica mentre leggevi C.V. : Metodo per Cambiare Vita in modo intelligente ormai sei abituato e abile a rendicontare su fogli di Excel le entrate e le uscite, giusto?

Trascorso un anno farai il primo bilancio e capirai se hai fatto la scelta migliore!