Dalla Pianura Padana alle Canarie.

Per molti anni, mentre lavoravo seduta alla scrivania in varie città della Pianura Padana, sognavo di camminare sulla sabbia color oro, con il mare che lambiva ed inseguiva le mie orme per divertirsi a cancellarle. Certi giorni di lavoro duro e stressante mi sentivo triste e demotivata; mi ritrovavo a fissare il calendario da tavolo raffigurante scenari paradisiaci che avevo sulla scrivania e mi immaginavo apparire improvvisamente nella foto, felice e spensierata.

Non trovo le parole per spiegare la sensazione di felicità assoluta che ho provato il primo giorno in spiaggia dopo aver dato le dimissioni ed essermi trasferita sulla ”mia” isola.

Non mi sembrava vero; entravo ed uscivo dall’acqua (freschina a dire il vero), e quei “bagni purificatori” mi hanno ridato anni di vita, restituito quintali di entusiasmo che pensavo fosse andato perso per sempre.

Ma già dopo 10 giorni di abluzioni il mio cervello, da oltre 35 anni abituato prima allo studio e poi ai ritmi sostenuti di lavoro, mi mandava messaggi angoscianti:

“E ora? Cosa facciamo? La giornata è lunga, dobbiamo fare qualcosa di utile, di costruttivo! Non possiamo perdere tempo!”. In poche parole mi sentivo una balena spiaggiata, quasi soffocavo fuori dal mio habitat naturale.

Ma cosa c’è di più costruttivo di ritrovare il proprio vero io? Cosa c’è di più prezioso di poter essere la “manager del mio tempo”? Non esiste fortuna più grande di poter decidere come – e soprattutto con chi – passare il proprio tempo.

La fase immediatamente successiva al mio trasferimento è stata bellissima, ma anche estremamente sfidante perché avevo completamente sottovalutato gli effetti del “rinculo” della mia scelta.

Ho impiegato quasi 3 mesi ad abituarmi ai miei nuovi ritmi e ad essere davvero la figura felice che appare sulla foto del calendario.
Ora so apprezzare la meravigliosa opportunità di godere della persona che amo, della mia salute, delle mie passioni, dei miei talenti.

Ma non crediate che sia stato facile, né banale: ho dovuto imparare ad amare la solitudine, a saper gestire l’enorme e prezioso patrimonio di giornate senza impegni, senza doveri.

Conosco persone che imbottiscono le giornate per non avere neppure un minuto libero: vivono trafelate, perennemente inseguite dall’orologio e di questo si lamentano a parole, ma in fondo sono orgogliose di definirsi “martiri del lavoro”. E preciso che nessuno di questi individui è Presidente degli Stati Uniti o Papa, bensì sono semplici impiegati.

Riempirsi le giornate ed essere perennemente di corsa serve a molti a legittimarsi, a dimostrare la propria utilità, ma forse anche ad esorcizzare la solitudine.

Riflessioni sulla mia ex-vita in ufficio, con i piedi nel mare.

Uffici vista marelagocolline dove si trova una sola scrivania, spaziosa e ricoperta di oggetti di design, alla quale siede una sola persona che gode di privacy e grande libertà.
Stanzoni (o “open spaces”) vista muro, dove si trovano molte scrivanie, una attaccata all’altra come le gabbie dei polli in batteria, alle quali siedono altrettanti individui diversi, con distinti metodi di lavoro, caratteri e comportamenti che si “spiano” reciprocamente come nella ex Germania Est anche senza volere, visto il poco spazio a disposizione.

C’è il collega “fedele e aziendalista”. Egli è collaborativo, competente, sempre aggiornato, alieno alla ribellione o al lamento, cortese e disponibile: la sua scrivania è sepolta dalle pratiche. Quasi certamente egli è un semplice “addetto”, non di certo il responsabile della struttura, né molto probabilmente lo sarà mai.

C’è anche il collega “parassita”, ovvero perennemente al telefono per i fatti suoi (d’altronde non può esimersi dal chiamare ripetute volte al giorno il geometra che gli segue i lavori della casa in campagna, o i parenti che vivono ancora nella sua città natale, mentre lui beneficia della condizione di trasfertista con alloggio a spese dell’azienda, o altri colleghi per commentare fatti personali e di certo non professionali): la sua scrivania è libera, e gli consente persino di semi-sdraiarsi su di essa per schiacciarsi un pisolino dopo pranzo. Neanche il parassita è il responsabile della struttura, ma gode di intoccabilità ed impunità totale perché – non appena qualcuno osa rivolgergli una minima osservazione professionale – minaccia di rivolgersi ai Sindacati per segnalare di essere “vessato”.

Non può mancare “il Faraone” o “l’Imperatore”, ovvero chi gode di un cognome importante, chi è un rampollo di una famiglia influente o gode di raccomandazioni pesanti: egli eredita diritti insindacabili e, proprio come un vero Faraone o Imperatore, è destinato a dirigere filiere produttive, strutture organizzative, intere divisioni (o legioni per restare in tema).

Il Faraone o Imperatore vanta spesso titoli accademici importanti, ma soprattutto ostenta attestati conseguiti attraverso costosissimi Master, sponsorizzati dalla famiglia. Va detto che esistono Faraoni ed Imperatori davvero competenti e professionali, ma altri che hanno distrutto imperi e civiltà.

Molti di coloro che lavorano o abbiano lavorato in una grande azienda, con migliaia di colleghi, avranno avuto modo di confrontarsi con situazioni del genere.

PER SAPERNE DI PIU’…
leggi “C.V. METODO PER CAMBIAR VITA IN MODO INTELLIGENTE”

Da quando vivo all’estero mi capita abbastanza spesso di andare in Italia e devo farlo volando. Sugli aerei da sempre mi infastidisce l’abitudine molto italiana di applaudire dopo l’atterraggio; oltre a questo – mio malgrado – da almeno due anni devo sopportare un nuovo fenomeno.

Mi riferisco alle vere e proprie orde di italiani che affollano gli aeromobili delle compagnie “low cost” diretti alle Canarie, i quali, già dalla fila al check-in e per tutto il volo, non smettono di conversare ad alta voce tra loro, anche tra perfetti sconosciuti, in questo modo:
“In Italia non si può più stare, si pagano troppe tasse e mi sono stufato di essere preso in giro. Su internet gira voce che alle Canarie si vive con 500 euro al mese quindi ho preso già appuntamento con persone che organizzano tutto, anzi appena atterro devo telefonare ad un tizio che in questa settimana mi porta a vedere diverse proprietà da comprare e si occuperà del mio trasferimento. Ma io sono furbo e ho già capito come funziona: non mi fregano eh..mi basta un giorno per capire quello che serve.”

Lo sconosciuto interlocutore rilancia:

“ Si, ha ragione! Sigarette e benzina costano la metà rispetto all’Italia e non serve il riscaldamento! già per questo risparmio un bel po’! Poi, ho sempre sognato di aprirmi un ristorante ma in Italia costi e burocrazia ti ammazzano sul nascere mentre qui sarà una passeggiata! Scambiamoci i numeri di telefono così ti inviterò all’inaugurazione del mio locale: ho già pensato al menù, rigorosamente italiano!”.

Se fossi il grillo parlante chiederei a questi due soggetti:
“Scusate signori, siete mai stati su almeno una delle 7 isole dell’arcipelago canario?” .

Sono abbastanza certa che la risposta sarebbe:
“No, però a cosa mi serve perdere tempo? Io ho già capito tutto. Mio cugino c’è stato in vacanza e mi ha spiegato, poi io sono furbo e so come muovermi.”

Addirittura a volte sento conversazioni nelle quali si parla tranquillamente tra sconosciuti delle somme di denaro che si hanno rispettivamente a disposizione.
Non ho fatto il militare, ma immagino che lo spirito da camerata che si prova durante il servizio di leva inizi a formarsi già durante la prima visita medica: a volte nelle sale d’attesa degli aeroporti secondo me accade lo stesso.

Rimango di stucco quando assisto a scene come quella appena descritta, ma vi posso garantire che sono sempre più frequenti ed addirittura si moltiplicano per le vie del paese dove vivo.

Non dubito della buona fede e della professionalità dei seri operatori turistici ed agenti immobiliari che lavorano con impegno per supportare queste persone nel loro progetto di trasferimento, ma contemporaneamente mi sorprende la facilità con la quale molte persone rivelino i loro affari privati al primo sconosciuto che incontrano, per di più vantandosi di essere scaltri.

PER SAPERNE DI PIU’…
leggi “C.V. METODO PER CAMBIAR VITA IN MODO INTELLIGENTE”